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Turner, Monet, Pollock a Ravenna Inserito da Anonimo Venerdì, 05 maggio 2006 alle 00:00:00 CEST
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Turner Monet Pollock Dal Romanticismo all'Informale. Omaggio a Francesco Arcangeli
19 marzo - 23 luglio 2006
http://www.museocitta.ra.it/benvenuti/storia/
Catalogo Electa ¤ 35 presso la mostra
Periodo: 19 marzo – 23 luglio 2006
Orari: martedì - domenica 9.00 - 19.00
venerdì 9.00 - 21.00, lunedì chiuso
Ingresso: intero ¤ 8, ridotto ¤ 6, studenti ¤ 3
La rivoluzione romantica costituì, agli occhi di Francesco Arcangeli,
un “crescendo di vibrazione” e di coinvolgimento rispetto all’ormai
lontana rivoluzione caravaggesca, tanto celebrata da Roberto Longhi,
alla cui scuola il critico bolognese si era formato. La mostra dal
titolo Turner Monet Pollock. Dal Romanticismo all’Informale, omaggio a
Francesco Arcangeli che il Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura,
Museo d'Arte della città promuovono e realizzano negli spazi della
rinascimentale Loggetta Lombardesca, dal 18 marzo al 23 luglio 2006,
prosegue il percorso di ricerca volto a far luce su grandi temi e
figure centrali della critica e della storia dell’arte moderna e
contemporanea. Dopo la mostra “Da Renoir a de Staël. Roberto Longhi e
il moderno”, tesa a ricostruire il ruolo meno noto ma importantissimo
di ‘critico militante’ svolto dal grande storico dell’arte, il Mar ha
promosso un’ampia rassegna dedicata al secolo d’oro dell’acquerello
inglese, “La grande stagione dell'acquerello inglese da Turner a
Burne-Jones”, la prima del genere in Italia. È stata poi la volta di
“Alberto Giacometti”, progettata in collaborazione con Fondation Maeght
di Saint Paul e Fondazione Mazzotta di Milano, ad oggi la più esaustiva
nel nostro Paese.
Ora, un autorevole comitato scientifico, composto da Bianca Arcangeli,
Andrea Emiliani, Michel Laclotte, Edouard Pommier, Ezio Raimondi,
Michela Scolaro, Claudio Spadoni,curatore della mostra, Bruno Toscano,
sta preparando per marzo 2006 un’esposizione che documenterà l’attività
critica di un altro dei maggiori studiosi italiani del Novecento,
Francesco Arcangeli. Il percorso espositivo è già alluso nei nomi dei
tre protagonisti che, a vedere di Arcangeli, costituiscono delle pietre
miliari di una linea romantica della storia dell'arte contemporanea,
che va, appunto, “Dal Romanticismo all’Informale”, secondo il titolo
scelto per i due volumi pubblicati da Giulio Einaudi nel 1977, a tre
anni dalla prematura scomparsa, e che raccoglievano buona parte degli
scritti più significativi. L’esposizione prenderà dunque avvio dai
romantici inglesi, ai quali il critico dedicò le sue acutissime
letture, davvero rivelatrici e non solo in Italia: in particolare
Turner e Constable, senza trascurare le premesse di Reynolds e
Gainsborough. Seguiranno alcune figure prime della pittura francese,
Corot e soprattutto Courbet, ritenuto una pietra miliare nell’Ottocento
per un nuovo pensiero della ‘natura’ che Arcangeli ha analizzato nei
suoi sviluppi moderni, e che trova nell’impressionismo - nel pur
diverso ruolo svolto da Cézanne, Renoir, Sisley e Monet -, un passaggio
decisivo. Ed è soprattutto a Monet che lo studioso ha dedicato scritti
fondamentali, recuperandone pienamente l’ultima stagione anche in tempi
in cui la quasi totalità dei critici avanzava forti riserve o ne
offriva una lettura riduttiva. L’Ottocento italiano sarà rappresentato
da alcuni nomi di primo piano, dai prodromi romantici di Fontanesi ai
macchiaioli Fattori e Lega, a Segantini, un altro pittore che deve ad
Arcangeli una sostanziale rivalutazione. Anche per la prima metà del
Novecento la mostra insisterà su alcuni artisti cari al critico, in
particolare Klee, Soutine, Permeke, gli italiani Carrà, De Pisis e
soprattutto Morandi, per il quale scrisse una straordinaria monografia,
il testo di gran lunga più denso e illuminante che sia uscito sul
pittore, e che per primo istituiva connessioni con la situazione
contestuale europea. L’informale, che ha caratterizzato la scena
artistica internazionale dal secondo dopoguerra agli anni cinquanta,
rappresentò per Arcangeli la condizione in cui arte ed esistenza
risultavano inscindibili: protagonisti furono, in primo luogo, Wols,
Fautrier, Dubuffet, de Staël, De Kooning, Kline e, soprattutto, Pollock
- vero culmine del lavoro critico di Arcangeli lungo il filo rosso di
un percorso modernamente romantico - oltre agli italiani Burri,
Leoncillo e agli ‘ultimi naturalisti’ Morlotti, Mandelli, Moreni,
Vacchi, Bendini, Romiti, per citare i più vicini al grande studioso.
La mostra è posta sotto l'Alto Patronato del Presidente della
Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, e gode dei patrocini del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell'Ambasciata
Britannica in Italia, dell'Ambasciata di Francia presso la Repubblica
Italiana, della Regione Emilia-Romagna, dell'Istituto per i beni
artistici, culturali, naturali della Regione Emilia-Romagna, infine
della Provincia di Ravenna.
Il catalogo, edito da Electa, contiene i saggi di Marco Antonio
Bazzocchi, Andrea Emiliani, Ezio Raimondi, Michela Scolaro, Claudio
Spadoni, Bruno Toscano, la biografia a cura di Elena Volpato, oltre
alle testimonianze di Bianca Arcangeli e Mina Gregori, che
approfondiscono gli aspetti più peculiari dell'impegno critico di
Arcangeli e dei suoi rapporti con alcune figure prime della cultura
artistica del Novecento, a cominciare da Roberto Longhi, suo maestro.
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Re: Turner, Monet, Pollock a Ravenna (Voto: 1) da paolog Venerdì, 05 maggio 2006 alle 10:37:20 CEST (Info Utente | Invia un Messaggio) http://virtuale.bondeno.com/paolog | Vorrei
aggiungere una menzione personale per il Prof. Francesco Arcangeli che
ho avuto come docente di Storia dell'arte nel 1969 all'università di
Bologna e che ricordo particolarmente, non solo per la competenza
indubbia, ma anche per la rara umanità. |
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