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Anniversari

Inserito da paolog Giovedì, 08 febbraio 2007 alle 10:55:56 CET

Cronache di ieriI media, quando sono a corto di argomenti, ricorrono agli anniversari; la cineteca di Bologna (www.cinetecadibologna.it) li anticipa con una rassegna sul '68. Molti già sbuffano considerandolo quanto meno sopravvalutato, anche perché la storia, si sa, viene riscritta orwellianamente dai vincitori, che rimuovono gli elementi non coerenti con la loro ideologia.

Non c'è dubbio infatti che il sessantotto, come movimento politico, è stato sconfitto, ma, come movimento culturale, ha avuto una profonda influenza, anche se distorto, rimosso e banalizzato dai media di allora.
Infatti la cosa curiosa è stata la sua diffusione a livello mondiale in un'epoca in cui la TV era solo nazionale e aveva 2 canali (in bianco e nero), non c'erano videoregistratori, fotocopiatrici (solo il ciclostile) e, ovviamente, niente Internet e niente telefonini!
Già il 1977 (di cui sì, ricorre l'anniversario) poteva contare sulle radio e proprio Radio Alice di Bologna, uno dei principali centri del movimento, ebbe un ruolo di primo piano, illustrato anche in un recente film di Guido Chiesa, "Lavorare con lentezza".

Ma il 1968 no e la sua diffusione era assicurata solamente dalla stampa c.d. "alternativa", ma soprattutto dalla urgenza del cambiamento: non va dimenticato che la politica kennediana (e qui citiamo un altro recente film di Emilio Estevez, "Bobby") e il concilio Vaticano II sono considerati alla base del rinnovamento.
Adesso il mondo sembra essere pacificato e pigramente assopito dalla abbondanza dei media cui fa da contraltare la scarsità delle idee e l'assenza di partecipazione.
Così è se vi piace...

 
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Historia, magistra vitae (Voto: 1)
da paolog Mercoledì, 14 febbraio 2007 alle 11:18:15 CET
(Info Utente | Invia un Messaggio) http://virtuale.bondeno.com/paolog
(IP: 80.116.16.180)
Spiace constatare come ci si ricordi della storia solo per le commemorazioni e non come strumento di comprensione/interazione nel presente. Se l'ottocento era il secolo delle forti individualità e il novecento quello dei movimenti di massa, il nosro secolo si avvia a diventare quello del 'grande fratello': individui anonimi controllati dai grandi mezzi di comunicazione.


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Il '68 e la rivoluzione sessuale. (Voto: 1)
da paolog Giovedì, 15 febbraio 2007 alle 08:56:36 CET
(Info Utente | Invia un Messaggio) http://virtuale.bondeno.com/paolog
(IP: 80.116.16.108)
In realtà l'anno di svolta è il 1965, anno in cui fu commercializzata la prima pillola anticoncezionale; la portata del fenomeno non va sottovalutata né banalizzata. Il comportamento umano in materia sessuale (come quello animale, studiato dall'etologia, affermatasi in quegli anni) era regolato principalmente da due variabili: la possibilità per la donna di rimanere incinta e la possibilità per l'uomo di non essere il vero padre del nascituro. La pillola consentì alla donna di fare della procreazione un atto volontario e, ma solo molto più tardi, il test del DNA consentì al partner di avere la certezza della sua paternità; tutte le strategie messe in atto fino ad allora dalla natura per massimizzare i profitti dell'unione diventarono di colpo obsoleti e la 'cultura' prese il sopravvento sulla 'natura'. La società non potè che prenderne atto e fu legalizzato aborto, divorzio e nuovo diritto di famiglia (ricordiamo che prima era punito solo l'adulterio della donna, poi entrambi furono depenalizzati). Le abitudini ataviche però non potevano sparire dall'oggi al domani e, probabilmente, sono solo le giovani generazioni ad avere cambiato qualcosa nei loro comportamenti, che, è bene ricordarlo, hanno poi profonde conseguenze sulla istituzione della famiglia attorno a cui gravita la economia. Come sempre il suggerimento sui nuovi modelli di comportamento ci viene dagli USA con serie come Friends, Sex in the city o dai film per platee rigorosamente under 30. Dal punto di vista dei giovani d'oggi, ovviamente, questi sono comportamenti 'naturali', in realtà la generazione nata intorno alla metà degli anni '80 sta facendo per prima l'ingresso in una società 'virtuale' ad alto contenuto tecnologico (cablati tra loro e con la "centrale" tramite i tv-fonini) che è tutta da studiare.


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Re: Anniversari (Voto: 1)
da andreamalaguti Domenica, 04 marzo 2007 alle 18:51:16 CET
(Info Utente | Invia un Messaggio)
(IP: 128.59.6.92)
Nel 1968 avevo tre anni e mezzo. Nel 1978-79 mi è toccato di studiarlo a scuola (e magari era troppo presto, per la storia e per me). Mi ha sempre dato l'idea di un gran polverone mediatico che ha sfruttato i disagi reali facendone una serie di immagini attraenti e vendibili ("La condizione postmoderna" di Jean-François Lyotard è del 1972). Degli astratti furori sono rimasti solo i film per gli over 60, che da giovani cercavano di scuotere le istituzioni con la destabilizzazione, che è ora invece la strategia della grande industria. Agli under 30 restano quindi Friends e Sex in the City, col loro sesso godereccio compensatorio alla depressione ed essenzialmente non procreativo, perché se fai un figlio, specie a New York: 1) perdi il lavoro (oppure spendi tutto lo stipendio nella nanny sudafricana), 2) devi stressarti fin dal concepimento per trovare un asilo che lo accetti (cominciano le selezioni sulla base delle ecografie), 3) c'è una tale paura dei pedofili e degli abusi in famiglia che a dieci anni non ci si abbraccia più perché lo psicologo della scuola ha detto..., 4) devi cominciare a metter via soldi prima che nasca perché non l'università, ma un liceo decente ti costa trentamila dollari l'anno. E così via. La rassegna bolognese mi sembra fatta per i vecchi nostalgici col culo nel burro. Chi invece ha il culo sulla piastra...


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