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Saggi: 1° maggio, per quale lavoro?
Postato il Mercoledì, 27 aprile @ 00:00:00 CEST
Argomento: Lavoro
LavoroMi sembra che ultimamente il tam tam mediatico ci sposti da ricorrenza a ricorrenza senza mai interrogarsi se queste abbiano ancora un senso, oppure se il significato originario si sia nel frattempo perduto o sia profondamente cambiato. Proviamo a domandarcelo nel caso del lavoro con la scorta di tre saggi di Luciano Gallino.

I testi in questione sono tutti reperibili presso Internet Bookshop Italia (www.ibs.it), al modico prezzo di euro 21,80 (spese di spedizione comprese!) e sono:

1) Se tre milioni vi sembran pochi. Sui modi per combattere la disoccupazione;
2) La scomparsa dell'Italia industriale;
3) Il costo umano della flessibilità.

Proviamo a riassumere le idee portanti di questi libri, ovviamente senza nessuna pretesa di essere esaustivi, ma semplicemente per fornire uno stimolo alla loro lettura o semplicemente al ripensamento di alcune false convinzioni del tipo:
è una fase transitoria, nasceranno nuovi posti di lavoro,
ci penserà il terziario,
il futuro è nel lavoratore atipico e flessibile, colpa dello stato sociale ecc.

A tutto questo Gallino risponde con cifre e dati individuando cause sicure di perdita del lavoro con l'automazione nelle fabbriche e negli uffici, la riorganizzazione del lavoro, la delocalizzazione, l'importazione crescente da nazioni in via di sviluppo, l'economia sommersa, la finanziarizzazione del mondo.
Giusto due parole su quest'ultimo dato:nel mondo le transazioni di denaro scritturale (leggi: sulla carta, o meglio, sullo schermo del computer) superano ogni giorno di 50 volte quelle sulle merci reali!
In questo contesto l'Italia si presenta come il classico vaso di coccio avendo perso o fortemente ridotto la sua capacità produttiva in settori chiave dell'industria come l'informatica e la chimica. "L'Italia industriale è uscita quasi completamente da mercati in continua crescita quali l'elettronica di consumo. Nè è pervenuta a far raggiungere un'adeguata massa critica a industrie dove ancora possiede un grande capitale di tecnologia e risorse umane come l'aeronautica civile. Dove essa esisteva, l'ha frantumata: è avvenuto con l'elettromeccanica ad alta tecnologia. Resta in piedi l'ultimo settore della grande industria, l'automobile, la cui crisi procede peraltro verso esiti al momento (2003) imprevedibili".

All'obiezione che in Italia abbiamo un fiorire di piccole e medie imprese, Gallino, dati alla mano, dimostra che in 20 anni non hanno generato nuova occupazione e mancano delle risorse necessarie per fare ricerca e sviluppo, che sono le sole risorse su cui si può contare a lungo termine per rimanere competitivi. Le strade per la competitività vengono invece cercate dalle imprese attraverso l'abbattimento dei costi del lavoro, utilizzando le nuove norme in materia di "flessibilità".

Peccato che "le risorse umane", come si chiamano in gergo aziendale, e le loro famiglie abbiano necessità di mangiare ogni giorno e la riassunzione, dopo i 40 anni, diventi sempre più problematica, riguardi lavori meno retribuiti e comunque a tempo determinato o parziale. Il rischio concreto è che, anche in questo campo, ci si avvii verso una società dei 4/5: una società in cui un quinto della forza lavoro sia stabilmente occupata e detenga l'80% del reddito e gli altri litighino per il resto; esattamente come accade a livello globale (vedi articolo precedente sul libro di Ziegler) dove un quinto dell'umanità detiene le risorse e gli altri sperano di entrare a farne parte (ma le regole del gioco le decide qualcun altro).

Nota:



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Re: 1° maggio, per quale lavoro? (Voto: 1)
di andreamalaguti Giovedì, 28 aprile @ 01:08:48 CEST
(Info Utente | Invia un Messaggio)
E infatti mi sorprende non poco che le sinistre non parlino quasi mai di ricerca e di sviluppo, salvo nominarle sporadicamente in qualche dibattito televisivo. Ci sono programmi seri? Altrimenti dovremo sorbirci la solita tiritera del "Foglio" di Giuliano Ferrara, per cui tutti dovranno essere pronti a riciclarsi (come si è riciclato lui, da comunista a liberista; ma per gli altri non c'è la CIA a foraggiare...)


  • riciclaggio di paolog Martedì, 03 maggio @ 16:28:19 CEST

Re: 1° maggio, per quale lavoro? (Voto: 1)
di andreamalaguti Sabato, 30 aprile @ 16:21:41 CEST
(Info Utente | Invia un Messaggio)
Il sito www.ansa.it pubblica la notizia dell' aumento del consumo di pasta in Italia. A cosa sarà mai dovuto? Al contenimento dell'aumento del prezzo rispetto a frutta, verdura e altro? Se le ristrettezze economiche cominciano a determinare i regimi alimentari, si ritorna ai primi anni del secolo (scorso)...



Re: 1° maggio, per quale lavoro? (Voto: 1)
di andreamalaguti Lunedì, 02 maggio @ 14:48:00 CEST
(Info Utente | Invia un Messaggio)
Oggi l'Istat ha annunnciato che le retribuzioni sono aumentate più del tasso di inflazione... Che si deve pensare?


  • statistiche di paolog Martedì, 03 maggio @ 16:17:59 CEST

Periodico culturale edito da: Associazione Culturale Araba Fenice (araba_fenice@libero.it) c. p. 47, 44012 Bondeno (FE).
Direttore responsabile: Maurizio Vandelli (direttore@bondeno.com).

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